mercoledì 2 agosto 2017

C'era una volta a Genova... la chiesa e la torre di San Nazaro.






Già, c'era una volta, ora non c'è più. Come tante altre cose di cui abbiamo parlato anche la chiesa di San Nazaro è ormai confinata nell'album dei ricordi.

Dizionario-delle.strade-di-Genova di Tommaso Pastorino e Bianca Maria Vigliero



Una volta tanto cominceremo dall'inizio, anche se l'inizio è leggenda e va trattato come tale.
La leggenda vuole che i Santi Nazario e Celso, sbarcarono sulla spiaggetta di San Nazaro ed eressero la loro prima cappella proprio lì, su quel piccolo promontorio a picco sul mare.  Parliamo dell'anno 66 d.C. una decina d'anni prima del loro martirio in quel di Milano.
Sempre la leggenda vuole che la loro chiesetta venne eretta "espropriando" un precedente tempietto pagano. 
La prima notizia certa dell'esistenza di questa chiesa si ha nel 965 in un atto con cui Pietro ed Opizzo, giudici, e Giovanni, diacono, donano un terreno in San Nazaro ai monaci di S.Stefano "cum ecclesia sancti Nazarii cum decini et primiciis" .
La donazione risulta confermata nel 987 con la seguente descrizione:  "Basilica Sancti Nazarii que fundata est prope in ripa maris in locus qui dicitur Albario ubi ad Sanctos Peregrinos dicitur, cum decimis et primiciis ad supradicta Ecclesiam pertinentibus, per fines et spacias locorum a fluvio Vesanu, usque rivo Vernazola et a via publica usque in mare"
Quindi la chiesa nel medio evo c'era e c'era anche la torre, quadrata, robusta ben costruita su uno zoccolo di dura roccia Torre costruita con materiali e tecniche molto migliori da quelle impiegate per la chiesa, tanto da sembrare più un'opera militare che un semplice campanile.
Costruita tanto bene, la torre, da far pensare ad una torre di avvistamento contro i Saraceni, e messa a difesa del piccolo approdo sottostante. Torre e campanile nello stesso tempo, visto che la campana, oltre che chiamare alla messa e battere la ore costituiva un ottimo segnale di pericolo.

La chiesa, ricostruita per l'ultima volta nel 1675, venne chiusa nel 1745 ed adoperata, secondo le esigenze, come posto di guardia della dogana e sanità, caserma, ed infine abitazione privata.

Priva di manutenzione, agli inizi del 1800 era nuovamente pericolante, mentre la torre godeva di buona salute.

Vista da ponente:  da una pubblicazione periodica edita da Tolozzi

Vista da Levante a fine 1800 da GENOVA SCOMPARSA -ed. MONDANI

La chiesa sembra ancora in piedi, ma a metà 1800 mancava già della copertura del tetto come ci illustra questo disegno di Domenico Cambiaso.

S.Francesco D'Albaro-SandroFerrara-Nuovs Eeditrice Genovese



E così nel corso dei secoli, mentre la chiesa periodicamente crollava e veniva a fatica ricostruita, quella torre è giunta praticamente intatta fino al 1912, finché, scavandoci accanto con la dinamite non sono riusciti a renderla pericolante.

Infatti,  nei primi anni del 1900, si decide la costruzione di Corso Italia, la grande strada litoranea panoramica dalla Foce a Sturla (poi fermata davanti a Boccadasse). Era la base del grande piano di edificazione del quartiere di lusso di Albaro, super-prioritario per i maggiorenti dell'epoca.

Naturalmente chiesa e torre di S.Nazaro erano sul percorso. Pur essendo stata ricostruita nel 1675, era stata giudicata cosa da demolire.
Su pressione del D'Andrade, si era però deciso di salvare la torre.
N.b.:  la batteria "G" non è quella di punta Vagno (che è posteriore alla piantina ) ma la settecentesca batteria Sopranis che si trovava a levante di punta Vagno.

Medioevo demolito -Genova 1860-1940 a cura di di C.D.Bozzo e M.Mercenaro ed.Pirella - Articolo di Rita Cavalli





Qui siamo ad inizio lavori, mentre stanno demolendo la chiesa.

1913, da "album fotografico di Genova antica edito da Mondani


Tolta la chiesa, si doveva decidere dove far passare la strada, la cosa più logica,  era farla passare a monte della torre sbancandola collina fino a filo della villa (F).  Troppo lavoro, ed i proprietari della villa non erano contenti di avere la strada proprio sotto le finestre, allora si prese la salomonica decisione di far passare una corsia a monte della torre ed una a mare, lasciando la torre, sul suo zoccolo di pietra a fare da "spartitraffico".  Mica male una strada con una torre medioevale a fare da spartitraffico, che ne dite?



Medioevo demolito -Genova 1860-1940 a cura di di C.D.Bozzo e M.Mercenaro ed.Pirella - Articolo di Rita Cavalli





Ma questa decisione una volta accettata dal D'Andrade, si rivelò una "trappola" (trappola per torri... che strana faccenda...).
Già, una fregatura, perché, scavando su tutti i lati attorno alla torre, gli artificieri "esagerarono" con la dinamite.

Medioevo demolito -Genova 1860-1940 a cura di di C.D.Bozzo e M.Mercenaro ed.Pirella - Articolo di Rita Cavalli



Già, dinamite da tutti i lati, esagerando con gli esplosivi in modo da rendere la torre così pericolante (e quindi pericolosa) da renderla irrecuperabile. Il D'Andrade era a Roma, mandava telegrammi, il sindaco rispondeva rassicurando... e così via.

Dai e dai, alla fine sono riusciti a danneggiarla al punto che non si poteva nemmeno demolire montandoci una impalcatura e smontando le pietre per ricostruirla. La resero talmente pericolante da renderne necessaria la demolizione con la dinamite, in modo che non si potesse recuperare nulla.
Un altro buon esempio da mostrare a quanti rimpiangono le "serie ed oneste amministrazioni dei bei tempi andati".

Della torre non rimane più nulla. Della chiesa  si è salvata una lapide romana che nella nostra ignoranza rinunciamo a tradurre, ma che ci piace pensare sia una vestigia del tempio pagano dedivato agli dei Mani presente sul luogo prima della costruzione della chiesa. 






Ormai i successivi riempimenti ed il parco del depuratore hanno reso irriconoscibile quel pezzetto di costa al punto che riesce difficile immaginare in mezzo a Corso Italia una torre che era quasi a picco sul mare.
Abbiamo comunque tentato di localizzarla sulla mappa di Google con in quadratino rosso. Più o meno si trovava lì e se ci sbagliamo ci correggerete.