domenica 6 dicembre 2015

Santa Maria in Via Lata





Foto degli autori

Santa Maria in Via Lata
una chiesa sfortunata.

Scusate la rima ma vorrei sdrammatizzare il racconto fin da principio.

Un edificio che ha visto i suoi tempi migliori dal 1340 (anno di costruzione) al 1547 (congiura dei Fieschi e loro cacciata dalla città)

Cito da wikipedia (con qualche variazione) :

La chiesa, costruita nel 1340 in forme romanico-gotiche, divenne il nucleo dell'insediamento dei Fieschi, che nel 1390 vi edificarono accanto un grande palazzo con annesso giardino, ampliato ed abbellito all'inizio del Cinquecento da un Sinibaldo Fieschi che vi realizzò anche un orto botanico. Nel palazzo soggiornarono illustri ospiti: nel 1502 re Luigi XII di Francia e nel 1538 il papa Paolo III.

Nella chiesa fu subito istituita una collegiata di dodici canonici.

Qui la vediamo in una piantina del Poleggi da cui possiamo dedurre che la zona in origine era del tutto periferica e poco edificata, quasi aperta campagna con orti e frutteti ma già inclusa nella "recentissima"  cinta muraria costruita dal 1320 al 1327, giusto pochi anni prima della chiesa.


sec XV da "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep


A causa della fallita congiura di Gianluigi Fieschi ai danni di Andrea Doria, nel 1547 i Fieschi caddero in disgrazia e le loro proprietà sul colle di Carignano furono espropriate; il palazzo fu demolito per decreto del Senato; la chiesa fu risparmiata ma furono distrutte tutte le epigrafi e gli stemmi dei Fieschi. Cessata la collegiata nel 1550 per il venir meno della dotazione patrimoniale garantita dai Fieschi, la chiesa rimase comunque giuspatronato della famiglia genovese come commenda, titolo che si estinse solo nel 1858 con la morte dell'ultimo abate, il cardinale Adriano Fieschi.

Di seguito vediamo la chiesa di Santa Maria in Via Lata nell’affresco posto nel loggiato superiore del palazzo Doria-Spinola, opera di Felice Calvi nel 1584. (quella a sinistra)

Da un post di Alberto Maria di Salle  su FB


Antonio Giolfi ce la disegna così, nel 1769, in formato "ridotto"  in confronto alla preponderante mole della Chiesa di S.Maria Assunta di Carignano.

 particolare da incisione di  Antonio Giolfi,  1769, Museo Galata



Una immagine che supponiamo un pò più recente ma non abbiamo riscontri in quanto Tolozzi non si preoccupava di mettere "dettagli inutili" come le date e gli autori delle immagini....

S.Maria in Via Lata da Dizionario delle strade di Genova ed. Tolozzi



alla chiesa  andò peggio ancora con l'arrivo di Napoleone e le conseguenti espropriazioni dei beni ecclesiastici. Nel 1858 la chiesa, sconsacrata, divenne sede di una fabbrica di mobili, l'anno seguente fu demolito il campanile.
Qui in una immagine ante 1859, in quanto il campanile c'è ancora, ma non abbiamo altri riferimenti per una datazione migliore.

Foto gentilmente concessaci da Antonino Vallone




Nel 1911 fu acquistata dalla confraternita di sant'Antonio abate, che ne conserva a tutt'oggi la proprietà.

Durante la seconda guerra mondiale venne gravemente danneggiata dal bombardamento del 7 agosto 1943, che lasciò in piedi solo i muri perimetrali; in questa circostanza furono distrutti parte dei dipinti e gli arredi della confraternita. Si salvò solo il soffitto dell'abside che conserva ancora dipinti i ritratti dei quattro evangelisti.





  Il soffitto a volta del transetto è stato restaurato salvando tratti del decoro originale. 






 Il soffitto della navata è stato completamente ricostruito a capriate di legno a vista.




Le pareti hanno perso ogni traccia del decoro originale, forse in parte coperto da "una mano di bianco" di epoca imprecisata.










 La ricostruzione, avviata nell'immediato dopoguerra dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici, procedette a rilento e i lavori, dopo una lunga interruzione, furono portati a compimento solo negli anni ottanta. Benché la chiesa non sia più stata riaperta al culto, con l'ultima fase della ricostruzione ha ritrovato la sua dignità architettonica, ed anche una certa dignità d'uso in quanto sede di un importante laboratorio di restauro.






Le immagini documentano solo lo stato delle murature e dei soffitti. Ho evitato di documentare l'attività del laboratorio all'interno per ovvie ragioni di "privacy.

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