lunedì 28 luglio 2014

Genova : Il porto nel 1900 - espansione a levante






Il bacino portuale, dal Molo Vecchio alla  Lanterna, agli inizi del 1900 presentava una struttura già ben delineata e non c'era spazio per un ulteriore ampliamento dei moli a meno di uscire, sia a levante che a ponente, dai confini naturali del porto stesso.


Il Porto, come vediamo, si presentava molto affollato

Cartolina Ed. Treves Milano - spedita 1900





Cartolina Ed. B&C Zurigo - sped. 1907



La costa a Levante del Molo prima dell'espansione del porto a levante

Cartolina Ed. Mangini - non circolata



Il porto si era già espanso a levante (1883-1888) con la costruzione del Molo Giano e dei bacini di carenaggio (negli anni successivi).  Nel 1927 la costruzione del porticciolo Duca degli Abruzzi si "mangiava"  un'altro pezzo di bellissima costa con le mura della città a strapiombo sul mare


Consorzio Autonomo del Porto


Cartolina Ed. non rilevato - non circolata

Il porticciolo Duca degli Abbruzzi nel 1941 si presentava quasi deserto. Non c'era ancora stato il boom  della nautica da diporto.

Cartolina Ed. Calì - sped. 1941



L'espansione del porto verso ponente sarà oggetto di un prossimo post.




mercoledì 16 luglio 2014

Genova : Il Porto - Bacini di Carenaggio



I bacini di Carenaggio oggi - Google Map



Da sempre le navi hanno avuto l'esigenza di ripulire periodicamente lo scafo, specie nella sua parte immersa nell'acqua (opera viva), dove proliferano piccoli organismi marini che aderiscono alla carena, danneggiandola e riducendo la velocità della nave.  Da qui il "carenaggio" .

foto dal web - autore ignoto


Nelle navi in legno questa operazione era accompagnata dal "calafataggio"  che consisteva nel tappare le piccole fessure che a volte  si venivano a creare tra due tavole di fasciame contigue. Questa operazione consisteva nel cacciare a forza stoppa e pece nelle fessure per rendere stagno lo scafo.

Quando le navi erano ancora in legno e di piccole dimensioni , bastava tirarle in secco (anche usando scivoli ed argani) quindi inclinarle su un fianco e si poteva lavorare "comodi".

Carenaggio al Molo Vecchio - part. foto Luciano Lulli


Con l'aumento delle dimensioni (e del peso) delle navi l'operazione di  tirarle in secco divenne  difficoltosa  e non più conveniente economicamente.

Si studiarono quindi altri sistemi e nacquero così i bacini di carenaggio.

Ci scusiamo per la premessa che vuole essere una spiegazione (rapida,sintetica ed incompleta) per coloro  che non fossero già al corrente di  queste procedure.
Chi volesse approfondire ulteriormente  l'argomento può trovare utili notizie a questo indirizzo:
http://www.leganavale.it/portale/architetturanav_lez25.asp


Ma torniamo alle nostre immagini.


Il primo bacino di Genova fu costruito in Darsena nella prima metà del 1800 ed è ancora attivo.

Qui lo vediamo in una rappresentazione del 1850 ospitata al Galata Museo del Mare.





Più o meno coevo dovrebbe essere il bacino galleggiante in legno di cui abbiamo le seguente immagine (al centro della foto mentre sostiene un veliero a "secco") :

Cartolina Ed. Paganelli -  non circolata


Cartolina con Darsena e Bacino di Carenaggio circa fine 1800

Cartolina Ed. Bianco&Pancaldi - non circolata



Nelle due ultime decadi del 1800 si ebbe un ampliamento del porto che a levante portò alla costruzione del Molo Giano e dei nuovi bacini in muratura come possiamo vedere in basso a destra in questa  mappa del 1890





Venne così  "mangiato" un tratto di costa molto bello e caratteristico dove le mura della città strapiombavano sul mare come mostra questa immagine

Cartolina Ed. Mangini - non circolata



Il bacino n. 1 iniziò a lavorare nel 1891  mentre era ancora in corso la costruzione del n. 2  di cui abbiamo la seguente immagine.
Possiamo vedere che il bacino era già operativo e conteneva una nave a "secco"  prima ancora di essere completato.

Copertina di Pubblicazione Periodica




Ed ecco una veduta dei due bacini appena ultimati con una panoramica delle navi alla fonda e della rada fino alla Lanterna.
Sul centro/destra della foto si può notare anche un bacino galleggiante  dalla forma peculiare di cui di seguito mostreremo un primo piano.

Cartolina ed.MTB - circolata con francobollo da 2 cent. ma data illeggibile



Ecco il bacino galleggiante dalla forma peculiare (a L anzichè a U) cui abbiamo accennato più sopra.
La forma a L permetteva un risparmio sulle dimensioni in larghezza del bacino in quanto, mancando una sponda si aumentava la superficie utile per contenere navi di maggiori dimensioni a parità di ingombro del bacino stesso.  La nave quindi non veniva centrata rispetto al bacino ma prendeva una posizione più verso destra (la parte senza sponda). Questo serviva anche a bilanciare il peso della sponda destra, oltre a consentire al bacino di servire navi di larghezza superiore a quelle che avrebbe potuto ospitare avendo anche la sponda destra. 

Copertina di Pubblicazione Periodica - foto non datata



Questo invece è un bacino galleggiante in ferro dalla forma classica.
Era stato costruito nei cantieri di Sestri Ponente nel 1873 e demolito dai cantieri Carena nel 1900 sullo scalo Giovanni Bettolo a Sturla.

Cartolina Ed. non rilevato - spedita anno 1900



Ancora i due bacini in muratura, in piena attività.
Si nota sulla sinistra un battello a ruota.
Sulla destra invece si vedono le prime officine al servizio dei bacini, con un'alta ciminiera.

Cartolina Ed. ISFIM - non circolata



Il Bacino n 3  venne costruito nel 1928 ma fu ampliato nel 1931 per ospitare il Rex da 51.000 tsl.

SAGEP  -  Porto di Genova



Tanto per dare una idea,  qui si sta "dando acqua"  al bacino n. 3 

Foto archivio CAP messa in rete da Antonio Di Lorenzi


Una nuova serie di immagini ci arriva da Carlo Carletto Scaparone. Si tratta di una pubblicità dell'ente Bacini del 1928




Nel 1934, la Guida Pagano riporta la seguente piantina dei bacini delle "Grazie"

Bacini delle Grazie da Guida Pagano 1934



Il resto è storia recente, di cui parleremo un'altra volta.