martedì 31 dicembre 2013

Genova : Il Porto di Genova - fino al 1600





Roma non fu costruita in un giorno, recita un vecchio adagio, che potremmo applicare anche al porto di Genova.
In questo post cercheremo di ricostruirne l'evoluzione nel tempo attraverso mappe e disegni, perchè dell'epoca di cui palriamo, le foto non c'erano ancora.
Se lo trovate troppo tedioso passate oltre, nessuno se ne accorgerà.

Incominciamo dalla preistoria (chi ben comincia....) 
Questa pianta topo-idrografica  ci da una idea di come poteva essere il territorio della città e del porto prima che la "civiltà" avesse il sopravvento sulla natura.

Vediamo che il punto di attracco più favorevole è proprio il seno naturale del Mandraccio, dalla cui estremità occidentale inizierà la costruzione del Molo, che verrà  man mano allungato (ed allargato) per seguire le sempre maggiori esigenze del traffico marittimo della Città.

da: Genova Antica e dintorni -  periodico ed. Mondani


Dai primi pontili in legno, il porto si sviluppò lentamente nel corso dei secoli acquisendo pontili e moli in pietra ma non abbiamo documenti di quell'epoca per poterne documentare i progressi.

Ci vengono in aiuto gli studi del Poleggi che con alcune interessanti piantine.

Qui siamo all'anno zero del porto nel sec XI : non vediamo nessuna struttura permanente.
Le navi "spiaggiano"  sulla riva dei torrenti e nel seno di Giano, oppure stazionano all'ancora al riparo del promontorio che diverrà il seno del Mandraccio.

sec XI da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep


Ed ecco i primi sviluppi del Porto Antico , nel XII secolo:  vediamo la penisola che lentamente si trasforma in un molo atrezzato ad ormeggio e magazzini (61) e presto, a cura degli Streggiaporco, una chiesa (S.Marco).


sec XII da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep
Qui abbiamo anche un poco di legenda

crescita urbana sec XII tav II da Una città portuale del Medioevo di bianchi e Poleggi


La fase seguente, secondo il Poleggi avviene dal XII al XIV secolo.
Sembrerà "poco preciso" ai profani, "spalmare" su tre secoli la nascita di una struttura portuale, avvenuta certo per gradi, anno dopo anno, generazione dopo generazione, un molo dopo l'altro. Ma i documenti dell'epoca sono pochi e spesso confusi, e certe datazioni dubbie. Quindi procediamo "con i piedi di piombo" e seguiamo la prossima mappa del Poleggi:

crescita urbana sec XII-XIV tav.VI a da Una città portuale del Medioevodi Bianchi e Poleggi
crescita urbana sec XII-XIV tav  VIa da Una città portuale del Medioevodi Bianchi e Poleggi



Ed eccoci arrivati al sec, XV con l'ultima mappa del Poleggi che ci mostra i moli costruiti in questo secolo di forte espansione marittima. Abbiamo già la Darsena e l'Arsenale Una selva di moli mercantili e la penisola del Molo già munita di mura. (così come in parte la Darsena)

sec XV da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep 5



Fin qui abbiamo mostrato disegni  "contemporanei", ricostruzioni plausibili di strutture antiche di cui i documenti dell'epoca ci hanno lasciato solo lacunose informazioni .  Ma dalla fine del secolo XV iniziamo ad avere immagini "originali" dell'epoca come questa, che è probabilmente la più antica carta a stampa di Genova. E' stata pubblicata nel 1493 nelle Cronache di Norimberga di Hartmann Schedel,  ed una copia si trova nella Biblioteca Universitaria di Genova.


Vediamo la Lanterna, il Molo con la Torre dei Greci, la Darsena ed i "pennelli"  di ormeggio perpendicolari alla costa banchinata (oggi Caricamento e via Gramsci).  Ma il tutto è rappresentato in maniera piuttosto "fantasiosa", specialmente nella parte di ponente, raffigurando un golfo molto più angusto del reale con la Lanterna molto vicina alla testa del  Molo.







Il porto antico è più realisticamente illustrato da questa veduta del 1561 di Jan Massys conservata nel museo nazionale di Stoccolma che mostra un prolungamento del Molo al di là della Torre dei Greci.

Porto di Genova Storia e Attualità  - ed. Sagep


Anche in questa acquaforte del 1572 di Franz Hogenberg, per l'opera "Civitates Orbis Terrarum" di Georg Braund,  vediamo il Molo allungato ma non ancora fortificato.
 
Porto di Genova Storia e Attualità  - ed. Sagep


Con questa struttura il porto non era protetto dagli effetti delle tempeste da libeccio che facevano frequenti danni al naviglio ancorato nella rada.

Lo specchio d'acqua più protetto era il Mandraccio, che però aveva un diffetto: aveva poco pescaggio e si interrava facilmente a causa dell'apporto dei rivi che sboccavano nella rada. Questo rendeva necessari frequenti dragaggi e addirittura opere di scavo imponenti per i mezzi di allora, come lo scavo eseguito nel 1575, e testimoniato dalla seguente tela di Dionisio de Marino.

Vediamo la palizzata di contenimento dell'acqua posta tra il Molo e Ponte Cattaneo.   Lo scavo del fondale è eseguito a mano con conferimento dei detriti su imbarcazioni mentre una draga esegue il dragaggio del fondale al di fuori della palizzata.

Civico Museo Navale - Genova


Ma non tutte le navi potevano ancorarsi al sicuro al Mandraccio e per quelle ancorate nelle zone meno protette a volte erano guai....
Nella seguente  illustrazione di J.Furttenbach del 1627  vediamo descritta  (con una certa "licenza Pittorica")  la libecciata del 11 novembre 1613.
Una "licenza Pittorica" che restringe la rada e piega il Molo di 45°  verso sud-ovest ma in compenso ci mostra con buona approssimazione il Palazzo del Principe, Capo d'Arena, l'Arsenale, la Darsena ed i moli mercantili evidenziando la differenza delle condizioni del mare tra questi ultimi (al riparo) e la parte occidentale della rada, esposta alla mareggiata.

Porto di Genova Storia e Attualità  - ed. Sagep


In questo particolare di Civitas Janue (olio su tela del 1600 di G. Bordoni) vediamo il Molo fortificato con una  nave ormeggiata alla Marinetta. La Porta del Molo, le mura ed il carcere di Malapaga. In alto la Darsena e l'arsenale.
A differenza della immagine precedente il Molo è qui riportato nella direzione corretta rispetto agli altri elementi della costa.
Sul Molo la Torre dei Greci è già stata "spianata"  e l'estremità dotata di una batteria di cannoni che qui vediamo sparare a salve, ma sembra manchi di un faro che sarebbe utile per segnalare la posizione del Molo.

Palazzo San Giorgio è "con i piedi a bagno" munito solo di uno "sporgente" e circondato da piccole imbarcazioni ed il "fronte del porto" non è difeso da mura.

edit. SAGEP :  porto di Genova storia e attualità


Necessitano nuovi lavori, sia per difendere la rada dalle tempeste da Libeccio che per difendere il porto dai nemici vecchi e nuovi della Repubblica.




domenica 15 dicembre 2013

Genova : Il Porto - Molo Vecchio




In principio era il Mandraccio e il Mandraccio era il Porto.

Una affermazione un pò categorica, lo ammetto, perchè probabilmente in principio,  in mancanza di strutture portuali vere e proprie, si ancorava o meglio si "spiaggiava" nel "Seno di Giano"  ed allo sbocco del Bisagno e dei vari rivi che si riversavano nella rada di Genova come possiamo vedere dalla mappa idrogeologica tratta da "Forma Genuae" e pubblicata da Mondani nella sua pubblicazione periodica  "Genova Antica e Dintorni" .




Come abbiamo visto nella mappa il Mandraccio si prestava bene allo scopo, offrendo un buon ridosso,  ma aveva un problemino.... solo due palmi di fondale  (50 cm.) e si interrava volentieri grazie all'apporto di materiali che i vari rivi  portavano giù dai monti.  Di qui la necessità di continui interventi di dragaggio di cui parleremo in un prossimo post.

Il Poleggi ce lo mostra come doveva essere nel XII secolo, con i primi interventi "umani"  per migliorare la sicurezza e la capienza del "porto"

Molo sec XII da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep




Poi venne il Molo. Oggi "Molo Vecchio"   ma allora era il Molo, non solo un  riparo dal Libeccio  ma anche ormeggio e poi magazzino.
Il Molo venne iniziato nel 1247 utilizzando materiale proveniente dalla "Cava"  ( prima cava , poi sepolcreto ed infine Batteria della Cava) ed allungato ed ampliato in varie riprese.

Il Molo  in epoca medioevale si presentava pressapoco così.

Molo da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep-r





Abbiamo detto "pressapoco" perchè all'epoca, mancando la fotografia, ci si doveva affidare all'estro dei pittori più che alla loro precisione nel rappresentare la realtà delle cose.

Nel 1324 all'estremità del Molo venne eretta una torre-faro chiamata Torre dei Greci (si dice prendesse il nome dalla "colonia" di Greci che abitavano e commerciavano nella zona del Molo).
Qui vediamo il Molo e la Torre dei Greci rappresentati in un disegno del 1493.

1493 la più antica carta a stampa di Genova  copia trovasi nella biblioteca universitaria di Genova


Il Molo venne prolungato a più riprese, seguendo l'aumentare delle esigenze di spazio del porto.
Qui vediamo la Torre dei Greci in una rappresentazione del 1537, con il Molo già prolungato

particolare della Mappa di Antonio Lafrery-roma 1537- copia a stampa 1581 Palazzo Rosso ...




Nel 1553, sotto la direzione di Galeazzo Alessi, venne costruita la monumentale porta che dal Molo  dava accesso alla città: Porta del Molo (oggi chiamata comunemente quanto impropriamente Porta Siberia).

La vediamo in pianta in un disegno del Poleggi

Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep



Ed in una illustrazione un poco più "tarda" purtroppo non datata.

riprod. da  I quartieri di Genova Antica - ed. Tolozzi



Porta del Molo e calata della Marinetta in un acquarello firmato "Smith" , non datato, appartenente alla Collezione Topografica del Comune di Genova ,che la SAGEP ha datato come "inizi del secolo XIX"  nella sua pubblicazione "Porto di Genova storia e attualità".

Da notare che il battello a ruote ormeggiato alla Marinetta è un tantino sbandato sulla dritta col bigo di carico ammainato in coperta tanto da far pensare ad una pausa durante le operazioni di sbarco.




In questo disegno del 1822 di Roberts (British Museum - London) il Molo ci appare da una prospettiva "inusuale" .  Lo vediamo già ulteriormente prolungato verso  ponente con un faro a due piani con pianta quadrata (ma nel 1820 dovremmo già trovare sulla testata del molo il  "nuovo Lanternino" di forma rotonda su base circolare...  come la mettiamo??)  .

"Porto di Genova storia e attualità" ed. SAGEP


Altra immagine della Porta del Molo a fine 1800 vista dal Molo.

cartolina ed. Mangini  non circolata



Ma non possiamo parlare del molo senza mostrare la via del Molo
Una via antica, che risale a prima del XIV secolo.
Il Cambiaso ce ne offre un aspetto inconsueto databile alla metà del 1800.
Sulla sinistra vediamo un lavatoio sormontato da una grande edicola (chissà che fine hanno fatto?)
Sullo sfondo si intravede la porta del Molo (costruita nel1533 su progetto dell'Alessi) .
La sagoma che sporge sulla destra è la chiesa di San Marco, costruita nel 1177 dalla famiglia Streggiaporco (poi Salvago), proprio sulla (allora) riva artificiale che delimitava il Mandraccio. (vediamo spuntare il campanile della chiesa)
Aspetti di Genova nelle Vedute di P. D. Cambiaso - di P. D. Patrone & G. L. Blengino.
Acquarello a seppia





Purtroppo non abbiamo la data di spedizione per questa cartolina perchè è stato asportato il francobollo timbrato, che si trovava in alto a sinistra, come talvolta  si usava tra la fine 1800 e l'inizio del 1900.
Notiamo il campanile della chiesa di San Marco circa a metà della via.

Cartolina Ed. Dell'Avo circolata ma non abbiamo la data di spedizione 


All'inizio di Via del Molo c'è ancora l'antica cisterna da cui le imbarcazioni si rifornivano di acqua potabile attraverso i "cannoni"  (tubi con rubinetto) di cui possiamo notare ancora uno integro sulla facciata a destra dell'edicola

Foto 2013



Porta del Molo vista da Via del Molo nel 2013

Foto 2013


Porta del molo vista dalla città agli inizi del 1900 presentava una immagine piuttosto trascurata

da:   Autorità Portuale di Genova - Archivio Storico - Il Porto visto dai fotografi - a cura di Danilo Cabona e Maria Grazia Gallino - ed. Amilcare Pizzi



La stessa veduta oggi dopo i restauri.

Foto 2013


La stessa Porta vista dal porto agli inizi del 1900:

da:  Autorità Portuale di Genova - Archivio Storico - Il Porto visto dai fotografi - a cura di Danilo Cabona e Maria Grazia Gallino - ed. Amilcare Pizzi



Porta del Molo vista nel 2013 

Foto 2013

Foto 2013



Questa era la fisionomia del porto nel  1855  prima dell'inizio dei lavori di ampliamento a Levante. Il prolungamento del molo Vecchio verso ponente, parallelo al Molo nuovo, data dal1815

Portolano della Liguria di Giuseppe Albini - Ist. Idrografico della Marina


Mentre già nel 1890 erano a buon punto i lavori di ampliamento come mostra la mappa qui di seguito.



La stessa planimetria si trova in questa cartolina circolata ma che non riusciamo a datare.

Cartolina ed. Modiano Milano - data illegibile su francobollo da 2 cent.


Qui il Molo Vecchio da un'altro punto di vista, quasi soffocato da un "mare di chiatte".
(In basso a destra Basilica della Nunziata ed edifici del Carmine)

Parte di cartolina doppia ed. Fotocromo Milano - non circolata


Il  Molo in una cartolina spedita nel 1907, che mostra l'ampliamento a Levante, sia del molo stesso che del bacino portuale. Il molo viene ampliato e vengono costruiti nuovi magazzini. A levante viene costruito il Molo Giano con la zona dei cantieri e dei Bacini di Carenaggio.

Cartolina ed. Trenkler Lipsia - sped. 1907

Con i nuovi magazzini e l'ampio spazio aperto in radice ed in testata, il Molo Vecchio diventa in quegli anni il principale punto di stoccaggio merci del porto.
L'immagine che segue mostra la radice del Molo Vecchio ed i Magazzini Generali del Porto Franco.

Cartolina ed. Brunner Como - non circolata -


Ecco il "Lanternino"  nel punto terminale del Molo Vecchio.
Era stato costruito intorno al 1820, sulla testata del Molo.  E' stato demolito nel 1929 insieme alla parte terminale del molo per consentire il passaggio sicuro ai nuovi più grandi transatlantici (Rex etc.) da e per le stazioni marittime.

Cartolina Ed. Bianchi&Pancaldi - non circolata



Il Tempo passa, si aggiungono nuovi moli a ponente, via via più moderni ed efficienti. Anche le dimensioni delle navi aumentano e la meccanizzazione del lavoro portuale acquista via via più importanza, richiedendo spazi più ampi e strutture più moderne.
Di conseguenza la Darsena ed i vecchi moli del Porto Antico perdono via via importanza ma il Molo Vecchio resiste, con i suoi magazzini della lana e delle merci varie, come dimostra questa immagine ripresa in tempi  "relativamente"  moderni (la nave "Andrea Costa" in primo piano data la cartolina  tra il 1948 ed il 1958)

Cartolina Ed. Sbarbo - non circolata

Nel 1961 il molo è stato allargato di 6 metri, sia per aumentarne il pescaggio che per consentire la costruzione di nuove gru di banchina con portata maggiore delle precedenti. Qui vediamo i lavori in corso.

da:   Autorità Portuale di Genova - Archivio Storico - Il Porto visto dai fotografi - a cura di Danilo Cabona r Maria Grazia Gallino - ed. Amilcare Pizzi

Dagli anni 80 il progressivo affermarsi del servizio contenitori mette in secondo piano le strutture portuali tradizionali ed alla fine, come tutto il Porto Antico,  anche il Molo Vecchio va in "pensione".

Il resto è storia recente:  in occasione delle Colombiadi del 1992 le strutture portuali sono state "riqualificate"  in centro ricreativo e commerciale ed oggi possiamo gustare un gelato, pranzare e andare a vedere un film dove una volta fatica e sudore caratterizzavano il duro mestiere dei "camalli".


mercoledì 11 dicembre 2013

Genova : La grotta dei Doria




Quando abbiamo parlato del Palazzo del Principe abbiamo accennato al suo parco a monte ed alla statua del Gigante, purtroppo andati entrambi distrutti dalla edificazione del Miramare e delle case adiacenti.

La salvaguardia del patrimonio artistico, tutt'oggi carente, era allora ancor meno prioritaria di oggi: si sventrava e si abbatteva con la massima disinvoltura, come abbiamo visto nei posts precedenti.

Fra le tante cose perdute una si è salvata, per caso: la grotta dei Doria 

Era uso, nei giardini delle ville patrizie, costruire grotte artificiali e ninfei con giochi d'acqua e fontane, ad imitazione delle antiche ville romane di cui si stavano riscoprendo i ruderi.

Quella che mostreremo, in origine non faceva parte del parco di Andrea Doria ma della vicina villa di un altra famiglia legata ai Doria da rapporti di amicizia e parentela.

Quando il terreno fu lottizzato per la costruzione di condomini in via Don Minetti, la grotta fu risparmiata ed inglobata in un caseggiato, coperta da una terrazza ed annessa al giardinetto dell'appartamento al piano terreno del condominio.

Già in cattivo stato di manutenzione, fu utilizza per molti anni come cantina, finchè non venne "riscoperta" e  "riacquistata" dalla famiglia Doria Pamphili,  che acquistò l'appartamento con annessa la grotta.

Tutta rivestita di mosaici in conchiglie e pietruzze colorate che rappresentano scenari e personaggi mitologici, è un capolavoro nel suo genere ed è ben godibile anche se tuttora in precarie condizioni. 

La abbiamo visitata il giugno scorso, per iniziativa di una amica che ne parla diffusamente in un suo post ricco di immagini suggestive (migliori di quelle che abbiamo scattato noi) che vi invitiamo a vedere qui:

http://dearmissfletcher.wordpress.com/2013/06/25/grottaday-cronaca-di-una-splendida-giornata/


Aggiungiamo qualche scatto fatto da noi:

Il bacino di una fontanella, qui la decorazione pittorica è molto rovinata ma la fontanella è ben conservata.
Il decoro di ogni fontanella rappresenntava un fiume importante nell'antichità o nella mitoligia.
Nel corso della visita ci era stata data una spiegazione esauriente e dettagliata, ma abbiamo dimenticato quasi tutto.....



Questa decorazione di fontana è invece abbastanza ben leggibile.



Le decorazioni sulle volte











Particolari di un fregio






I danni del tempo







Questo post è un pò fuori tema, anzichè mostrare immagini antiche (che comunque in questo caso sono introvabili) vi  mostriamo scatti moderni di una cosa antica.

Post fuori tema,  ma ci è piaciuto farlo.  Speriamo piaccia anche a chi lo leggerà.