martedì 24 settembre 2013

Piazza De Ferrari - Teatro Carlo Felice




foto degli autori del post 1917




Su Piazza De Ferrari ed i suoi dintorni c'è troppo da dire per un solo post.

Cominceremo quindi col dire che un tempo la piazza era più piccola, di forma triangolare, e  si chiamava piazza San Domenico, prendendo il nome dalla chiesa e dal convento che su di essa si affacciavano.

Era poco più che uno slargo al termine di via Giulia  e non aveva certo l'imponenza né l'importanza che ha oggi piazza De Ferrari.

particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco, 1766, dalla raccolta dei Giolfi Palazzo Rosso ufficio Belle Arti (2)


In origine la chiesa,eretta nel XII secolo era dedicata a S. Egidio.
Nel 1220 la chiesa ed il terreno attiguo furono  assegnati a San Domenico che vi costituì una comunità del suo ordine monastico e fece costruire un monastero che , ampliato ed abbellito nel corso dei secoli, ospitò re ed imperatori di passaggio a Genova .
La chiesa ospitava numerose sepolture di personaggi illustri fra cui alcuni dogi.
La piazza era allietata da una fontana, come vediamo nell'immagine che segue, già commentata dal Mondani.

da : Genova Antica e dintorni  ed. Mondani

Nel 1797, a seguito della soppressione degli Ordini Religiosi, la chiesa venne trasformata in magazzino ed il monastero in caserma.

Dopo l'annessione al Regno Sabaudo, nel 1825,  venne decisa la demolizione del complesso per la realizzazione di un nuovo teatro e del palazzo attiguo che da allora ospita l'Accademia Ligustica di Belle Arti.

Ecco una illustrazione che ci mostra lo smantellamento del complesso conventuale di San Domenico.

Tela del Garibbo Per errore ho cancellato la nota. Non ho dati circa la provenienza dell'immagine.
 


In concomitanza con la costruzione del teatro venne costruita anche la "strada Carlo Felice" (ora via 25 Aprile) che creava un nuovo ed importante collegamento stradale tra l'allora "strada Nuova"  (via Garibaldi) e "strada Giulia" attraverso la già esistente "piazza Fontane Amorose" (Fontane Marose) allora sede della "posta"


particolare da: Carta Topografica della Città di Genova ed. Grondona 1846 - di proprietà degli autori
 rimpicciolendo la scala (ma perdendo in definizione) riusciamo a mostrare anche la "strada Nuova" per dare una migliore idea dell'asse viario di cui parliamo

particolare da: Carta Topografica della Città di Genova ed. Grondona 1846 - di proprietà degli autori

Ed ora mettiamo qualche immagine del teatro, inaugurato nel 1828;

Le prime due non sono datate ma sono antecedenti al 1893, in quanto manca la statua a Garibaldi.

Nella prima vediamo posteggiati davanti ai portici dell'Accademia  i caratteristici carretti a due ruote
carichi di merci.  Se non sapessimo dove siamo potremmo scambiare l'illustre Accademia per un "deposito merci" .
In mezzo alla piazza vediamo i lampioni a gas, che nel 1892 passeranno all'illuminazione elettrica.

riproduzione fotografica non annotata




Carlo Felice da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati - ed. Carige

qui col pienone di spettatori nel 1935 -  foto Marcello Iannone

sipario di F.Baratta "Canto del Sileno" - da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati - ed. Carige

 sipario di G.Fontana "le feste partenopee"  da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati - ed. Carige

L'ampia e lussuosa "hall" del teatro -  da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati - ed.Carige




Qualche locandina per avere una idea di cosa interessava ai genovesi del 1800.

tutte da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati - ed.Carige
1892 Storia del teatro a Genova di M.Bottaro e M. Paternostro





 Ma torniamo all'esterno ed, al posto dei carretti merci, vediamo  vetture "passeggeri" in tenuta estiva  con tende parasole (parapioggia?)
Non ci sono ancora le rotaie quindi non possiamo ancora parlare di  "tram a cavalli".

cartolina, ed. Dossi e Bolognini - non circolata



Ed ecco che finalmente è arrivato Garibaldi, a cavallo. Siamo nel 1893 e la folla applaude.
Signori in "paglietta" e signore col parasole.  La piazza ormai si chiamava già "De Ferrari" (dal 1875).
Ora che il "dehor"  del teatro è completato possiamo pensare a sistemare il resto della piazza....

cartolina,  ed Mangini -  non circolata

Ancora una veduta "con carrozze" datata 1900.

cartolina - ed. Richter, Napoli - spedita 1900


Il teatro Carlo Felice illuminato a festa.... in una cartolina spedita il 16-3-1945, quando del teatro non restavano che macerie....

Ironia?, no semplice utilizzo dell'esistente quando serve ancora, siamo a Genova.... 

Cartolina di F.Calì-Fotocelere Mi. spedita 1945 ma stampata prima della guerra.



Già, cartolina spedita "postuma" nel 1945, quando il teatro era già un cumulo di macerie. Macerie che vi mostriamo nelle prossime immagini

7 ago 43 il Carlo Felice brucia ancora-Genova nella seconda guerra mondiale" di Carlo Brizzolari, Valenti editore, vol 2

7 ago 43 - incendio appena spento al Carlo Felice-  Foto Maurizio Re


7 ago 43 Carlo Felice ripreso dai resti del palcoscenico-Genova nella seconda guerra mondiale"  di Carlo Brizzolari, Valenti editore, vol 2
senza parole- Storia Fotografica di Genova nella seconda guerra mondiale di Tito Tuvo Mondani editore vol.4
danni del bombardamento -  foto aerea della RAF inglese

Dopo la guerra, in attesa di poter ricostruire il teatro, per alcuni anni ne fu adoperata la parte posteriore, ancora dotata del tetto, come mostriamo nella foto che segue.

Foto pubblicata sul web da Corallo Giorgio e sovrascritta dagli autori del post

Poi anche la parte posteriore del teatro venne dichiarata inagibile e l'edificio venne chiuso in attesa degli eventi.  Qui vediamo come si presentava la l'esterno della parte posteriore del teatro,  vista dall'area della attuale Banca Passadore,   all'inizio degli anni 60, durante la demolizione di Piccapietra.

Foto Maurizio RE


Nei primi anni 80 si procedette alla demolizione delle strutture , ormai pericolanti e si decise di costruire un nuovo teatro, di concezione "moderna" mantenendo, delle vecchie strutture solo il pronao dorico ed il colonnato perimetrale (che erano ancora agibili). Non abbiamo immagini dei lavori di demolizione ma possiamo mostrarvi solo le immagini prese dopo lo sgombero delle macerie.

Foto Maurizio Re

Foto Stefano Finauri
scavo per le nuove fondamenta - foto Marco Maugeri


Il 7 aprile 1987 fu posata la prima pietra del nuovo teatro.
Nel 1991 la struttura venne nuovamente inaugurata. Il nuovo teatro recuperava, come detto, quel poco  che rimaneva delle vecchie strutture esterne mentre risultava del tutto nuovo negli interni.
Esternamente la contrapposizione tra l'antico ed il moderno "torrione scenico" è "stridente".

foto da wikipedia




Ma è la struttura ed il decoro interno che hanno ricevuto le più severe critiche  dai "tradizionalisti" che  volevano che il teatro fosse rifatto tale e quale a quello dell'anteguerra.

Foto da Wikipedia



Ma, se cerchiamo di riflettere a mente serena... che ce ne facciamo oggi di un "palco reale"?
Se il sig. sindaco, oggi, si andasse a sedere nel "palco reale" pensiamo che si prenderebbe una bordata di fischi in teatro, cattiva stampa sui media e perderebbe le prossime elezioni.

Il teatro oggi ha una funzione del tutto diversa da quella che aveva nel 1825. Oggi si va a teatro (escluse le "premieres"  per vedere uno spettacolo, ci si va in jeans e maglione, come al cinema.

Quando il Carlo Felice fu costruito, nel 1828, il teatro aveva una precisa funzione sociale: "Lo spettacolo nello spettacolo". 
La gente "bene" andava a teatro per farsi vedere, per ostentare il proprio benessere, per mettere in mostra "la figlia da marito e, sopratutto, per "distinguersi dagli altri"  (la funzione dei "palchi").
Gli "altri", la massa dei piccoli borghesi che affollava la platea, e che era lì per guardare, ammirare, criticare, forse anche invidiare i "scignori" dei palchi.  (dei "proletari" sia agli uni che agli altri non gliene poteva importare di meno) 
Oggi i palchi hanno perso la loro funzione "sociale", nessuno (salvo che alle "premieres"), va più a teatro per farsi vedere, ammirare e forse invidiare.  Tanto vale stare tutti assieme in jeans e maglione, ricchi e proletari, e godersi davvero solo lo spettacolo che avviene sul palco.


Per ora chiudiamo qui , degli altri "grandi lavori" che hanno trasformato la vecchia  Piazza San Domenico nella attuale Piazza De Ferrari parliamo altrove.




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